Una scuola che sa usare le tecnologie con le quali i ragazzi comunicano per migliorare l'esperienza dell'apprendimento e dell'insegnamento. Una scuola che serve e che diverte. Una scuola che si adatta alla contemporaneità. Il desiderio e la realtà si sono incontrati all'incontro chiamato "Tablet school" organizzato a Bergamo da ImparaDigitale e Dianora Bardi.
Una sala piena da almeno cinquecento posti. Decine di studenti che hanno preso la parola. Esperti che hanno risposto o condiviso le promesse. Qualche critica. Che se non ci fosse stata avremmo dovuto temere l'effetto "isola felice". Ma un'impressione: chi si pone contro l'adattamento ai media digitali della scuola e la riflessione intorno a come si possano usare per migliorare la scuola è fuori dalla storia. Cambiare la scuola è possibile. E sta avvenendo.
Stefano Quintarelli, ex presidente di ImparaDigitale, ex imprenditore, attualmente deputato, ha detto che lavorare in gruppo, leggere molte cose criticamente e sintetizzarle, parlare in pubblico di quello che si è imparato, sono capacità importantissime per il mondo del lavoro: "E i ragazzi che hanno presentato qui le loro esperienze hanno dimostrato di avere acquisito queste capacità".
Le idee degli studenti andavano dalla struttura dell'achitettura scolastica e la disponibilità di connessione, alla possibilità che il digitale offre di migliorare il lavoro interdisciplinare; dalla vasta scelta di informazioni che si trovano su internet alla conseguente necessità di imparare a leggerle criticamente; dai format di insegnamento che rendono divertenti le tavole periodiche alle ricerche di gruppo che si sviluppano anche attraverso la rete e gli strumenti di condivisione… Un ragazzo ha detto: "il digitale distrae? sì come un sacco di altre cose. Ma è compito dello studente essere responsabile e capire che studiare è nel proprio interesse".
Gli esperti intervenuti hanno dimostrato l'urgenza del cambiamento da realizzare e la difficoltà dell'adattamento al cambiamento già avvenuto. C'erano Dianora Bardi e Damiano Airoldi, Maria Grazia Esposito e Stefano Ghidini, Marco Zamperini e Antonio Bosio, Luigi Berlinguer e Eraldo Cacchione, Marco De Rossi e Roberto Battaglia, Maurizio Codogno e Giorgio Riva, Irene Enriques e molti molti altri.
Il cambiamento non rallenterà. Ma di certo si potrà fare meglio o peggio. Gli studenti a scuola fanno esperienza imparando tra l'altro a distinguere tra gli innovatori e i conservatori. Tra chi si confronta con la realtà e chi la rifiuta.