La scuola che cambia. Sugata Mitra ha un'idea. E TED lo finanzia con un milione


MitraSugata Mitra ha messo un computer a disposizione di alcuni bambini indiani che vivevano in uno slum. E li ha lasciati da soli. Si è accorto che i bambini imparavano a usare il computer in poco tempo e cominciavano a girare su internet, registrare musica, imparare l'inglese. Sugata Mitra ha provato la stessa cosa, variando le condizioni, molte molte altre volte. E ha sempre verificato lo stesso fenomeno. Ha scoperto che un software di riconoscimento vocale induceva i bambini a imparare una pronuncia migliore dell'inglese per riuscire a far funzionare il programma. Ha persino visto che dei bambini privi di ogni cultura biologica imparavano le più recenti evoluzioni della genetica se usavano un computer carico di informazioni su quella materia. I bambini, per Sugata Mitra, sono sono capaci di imparare in modo diverso, aiutandosi tra loro e divertendosi, con un rapporto molto innovativo con il docente. Che casomai lascia cadere qualche domanda curiosa e poi li lascia soli a trovare la risposta. La sua lunga storia di innovatore è partita dalla tecnologia ed è approdata all'educazione.

Mitra è convinto che la scuola tradizionale è basata sulla funzione di produrre milioni di persone adatte a lavorare nella burocrazia. E dice che oggi questa preparazione è meno importante. La sua idea è di diffondere nel mondo dei kit per produrre pratiche educative che facciano leva sulla capacità dei bambini di imparare da soli. Casomai stimolandoli con domande interessanti da risolvere.

TED ha finanziato il suo progetto con un milione di dollari. Jerry Rothwell ha vinto un grant di 125 mila dollari per realizzare un documentario sull'esperienza di Mitra.

Mitra ha disegnato una soluzione, che chiama Sole (Self Organized Learning Environment) che sta sperimentando in alcune località dell'India e dell'Inghilterra. Ha raccolto attorno al suo progetto un certo numero di anziane signore inglesi che sono disponibili a fare le "nonne" via Skype: il loro principale compito è quello di incoraggiare i bambini al momento giusto. Gli spazi sono molto aperti in modo che il controllo sociale funzioni per incoraggiare un'attività di apprendimento e ridurre la consultazione di siti pornografici o semplicemente poco istruttivi. I docenti sono fondamentalmente chiamati a proporre domande e lasciare ai bambini di sviluppare le loro sperimentazioni, imparando tra loro: ma talvolta sono i bambini stessi a chiedere una spiegazione o un racconto e, solo a quel punto, entrano in gioco con una lezione. I risultati sono, secondo Mitra che ha documentato le sue lunghe ricerche in materia, sorprendenti. Altre scuole potranno scaricare dal web il disegno di un Sole e applicarlo nel loro contesto.

In Italia, come dimostra per esempio il lavoro di Dianora Bardi, questo genere di sensibilità è diffusa. E può diffondersi molto di più. Il problema non è sostituire i libri di testo. Il problema è migliorare drasticamente il modo di imparare e la funzione della scuola. Il che è possibile. E l'esperienza di Mitra ispira gli innovatori e conferisce energia. (Tra l'altro, dice Mitra, l'Italia è l'unico paese in cui il suo libro è ancora in commercio: Il buco nel muro. Come i bambini delle bidonville imparano usando liberamente il computer, Effatà editore).

  • gpdimonderose |

    Gentile Fabio,mentre leggevo l’articolo ho pensato anch’io alla Montessori e perchè no anche a Rousseau
    Credo che la scuola italiana abbia bisogno di tanto Sole….

  • fabio |

    Non sono un esperto ma mi sembra di notare molte analogie con il metodo Montessori.

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