Una giornata a #fallingwalls – quali Muri devono ancora cadere

Il 9 novembre del 1989 è caduto il Muro di Berlino. Per 28 anni ha diviso la città e spezzato il cuore dei berlinesi e di chiunque ne scoprisse l'anima oscura: le lapidi in ricordo di coloro che avevano tentato di superarlo, il Check Point Charlie con i mitra spianati contro i passanti autorizzati, la devastazione dei quartieri attraversati… Nel giorno in cui si celebra la fine di quell'incubo, Falling Walls raduna scienziati e pensatori da ogni parte del mondo, per riflettere sui muri che devono ancora cadere. C'è il lifestream.

Prima sessione:

JAGDISH N. BHAGWATI Columbia University BREAKING THE WALL OF EXTREME POVERTY 

AI WEIWEI Artist BREAKING THE WALL TO THE ARTS 

SALIL SHETTY Amnesty International BREAKING THE WALL OF HUMAN RIGHTS VIOLATIONS 

ONORA O’NEILL Cambridge University BREAKING THE WALL OF HYPER-REGULATION 

MARK PAGEL University of Reading BREAKING THE WALL OF COLLECTIVE STUPIDITY

Olafur Eliasson - commentando il concetto di creatività e collegandolo ai risultati, non solo ai gesti – introduce la sessione.

Jagdish Bhagwati affronta il muro dell'estrema povertà. E concorda: sono i risultati che contano. Il mio obiettivo è ridurre la povertà. Metodo: umanizzare gli scienziati e aiutare gli umanisti a conoscere la scienza. Epoca internet grande opportunità ma tutta da comprendere. La povertà è un un problema morale: un problema di empatia. Ma la ragione ci dice che una completa redistribuzione non sarebbe risolutiva. La strategia è far crescere l'economia. Aumentare le opportunità e facilitare le persone a trovare un lavoro, aumentare le probabilità per le persone di trovare un reddito e spenderlo. Occorre una politica di accelerazione della crescita. Che funziona meglio in un contesto democratico. India insegna questa esperienza.

Ai Weiwei il grande artista cinese non può essere presente di persona a Falling Walls. È collegato via Skype con una connessione criptata (dicono gli organizzatori). Nonostante sia chiuso fuori dalla comunicazione libera è stato possibile fare un ponte con il resto del mondo per quest'occasione. E non c'è dubbio che sia un momento commovente. E in questo contesto il suo contributo assume un valore amplificato. Ai Weiwei propone di compiere un gesto. La libertà riguarda proprio la possibilità di lasciare un segno. E condividerlo. Il progetto si chiama moon moon moon moon. Lasciare un segno. Un invito da un luogo del mondo e della mente, proposto da un uomo coraggioso.

Salil Shetty racconta la tortura e la sofferenza inflitta a chi lotta per la giustizia. Amnesty Internationa non smette di aiutare. E l'esperienza di questa organizzatione ricorda un messaggio. Ci sono dittature che durano per lunghi decenni tanto che sembra impossibile che possano cadere. Ma poi cadono. Certo, chi protesta in nome della democrazia e della libertà va aiutato. Per riuscire gli occidentali devono cominciare col risolvere i loro luoghi della violenza: da Guantànamo a Lampedusa. 

Onora O'Neill era là quel giorno della caduta del Muro. E le sue parole dimostrano che è stato un momento profondissimo. Ha ragione a dirlo prima di cominiciare il suo discorso. Dedicato all'accountability e alla trasparenza. La crisi è soprattutto una crisi di fiducia, dunque occorre accountability e trasparenza da parte di chi guida la società. Ma il contesto della tecnologia dell'informazione consente di mettere in giro informazione e disinformazione. Non è facile sapere esattamente dove informarsi per avere una credibile trasparenza e costringere chi guida all'accountability. Nella vita reale, la fiducia discende dall'epistemologia. Che è la strada per la fiducia motivata e la sfiducia motivata. Altrimenti valgono i pregiudizi e l'ignoranza o il caso e il caos. Accountability riguarda non solo i politici. Anche i banchieri. Non può essere la burocrazia a risolvere questo problema. Non possono essere le procedure a risolvere: queste tendono alla stupid accountability. Occorre intelligent accountability. Un sistema audience sensitive. Un sistema esemplare: U-multirank

Mark Pagel parla della studidità collettiva. E naturalmente può presentare una serie di fotografie che la dimostrano senza pietà. Compresi i comportamenti che riguardano la tecnologia. Nessuno al mondo sa come fare una matita. Tutti usano cose che sono state fatte da altri. Non sanno fare le cose che usano. (Racconta di una sua intervista con un aborigeno australiano che costruiva da solo la sua ascia durante la quale ha scoperto che non sapeva perché la costruiva in quel modo particolare e spiegava solo che "l'abbiamo sempre fatta così"). La stupidità di ciascuno ha una storia lunga. Il punto è che c'è una "collective mind". E la sua dimanica si comprende con un approccio analogo a quello dell'evoluzione naturale: copia e modifica. Riproduzioni e mutazioni. Casuali, non solo intelligenti. Ma tanto numerose da rendere probabile che alcune mutazioni funzionino e migliorino il risultato. Copia e modifica. Inventare è raro, remixare è normale. Ecco perché alcuni problemi sono più difficili di altri. Come la povertà globale, per esempio. Ma la "mente collettiva" non è mai stata tanto potente e connessa come oggi. Anche se dobbiamo sapere che questa mente – dimostrata dalle connessioni su Facebook – si appoggia oggi soprattutto sugli algoritmi di Google. E dunque occorre fare molto di più per rendere le tecnologie ancora più "collettive" e distribuite.

Seconda sessione:

SOPHIA VINOGRADOV University of California, San Francisco BREAKING THE WALL OF PSYCHIATRIC HOSPITALS 

JULES A. HOFFMANN Université de Strasbourg BREAKING THE WALL OF INFECTIONS 

STEPHEN FRIEND Sage Bionetworks BREAKING THE WALL TO COOPERATIVE MEDICINE 

MICHAL SCHWARTZ Weizmann Institute BREAKING THE WALL BETWEEN BODY AND MIND 

JILL FARRANT University of Cape Town BREAKING THE WALL OF FAMINE 

Wolfgang Marquardt introduce la sessione. Una vera e propria rivoluzione scientifica si è realizzata negli ultimi anni. Con una cifra fondamentale. L'abbattimento dei muri tra le discipline. Come dimostrano alcune presentazioni brevi proposte da ricercatori. La prima è dedicata alla molecola Heam: una molecola tossica che si trova in diverse dinamiche che richiedono trattamento medico, come la malaria; lo studio di questa molecola porterà probabilmente a un approccio più razionale nella lotta alla malaria. La seconda è sul cuore un organo che batte un miliardo di volte nel corso della vita di una persona: la proposta è una cura personalizzata delle malattie del cuore basata sulla raccolta di una enorme quantità di dati per il singolo individuo per ridurre al minimo gli errori. La terza è sul muro tra la creatività e la tecnologia. La quarta sulla tempestività di diagnosi delle infezioni: ci vogliono tipicamente da tre a cinque giorni per diagnosticare un'infezione, ma c'è una soluzione veloce e poco costosa.

Ecco i nomi di questi ricercatori selezionati dalla giuria di Falling Walls:

 

1st Place
Nr. 72, Klemens Wassermann, Austria, Breaking the Wall of Infection Diagnostics, Austrian Institute of Technology, 
Idea: I developed an innovative way for specific and rapid pathogen contentration to revolutionise rapid, sensitive and automated pathogen detection at very low cost.
2nd Place
Nr. 34, Tarek Richard Besold, Germany, Breaking the Wall of Computational Creativity, University of Osnabrück, 
Idea: Using methods from artificial intelligence, cognitive science and psychology for recreating creativitiy and concept invention capacities in artificial systems. 
3rd Place
Nr. 64, John Woodland, South Africa, Breaking the Wall of Detecting Free Heam in Cells, University of Cape Town, 
Idea: Using a flourescent probe to detect and visualise free heam in cells and to investigate its role in pathology. 
3rd Place
Nr. 89, Katerina Spranger, Germany, Breaking the Wall of Cardiovascular Diseases, University of Oxford, 
Idea: ViVa is a medical software platform that helps surgeons treat cardiovascular diseases by personalizing intravascular interventions and improving outcomes. 

 

Sophia Vinogradov la schizofrenia discende da errori nella connessione tra i neuroni e segue una dinamica progressiva (con effetti esponenziali): per questo i sintomi emergono tardi nel corso della vita e cominciano a essere trattati dai medici. E finiscono in ospedali terribili. La frequenza di malattie mentali non è cambiata negli ultimi cinquant'anni nonostante tutta la scienza che abbiamo accumulato nel frattempo. E la medicazione è costosa, non accessibile a tutti. L'idea nuova è un approccio che si ispira a una sorta di allenamento del cervello che serve a mantenere un corretto sistema di connessioni tra i neuroni. Il centro teorico è che il cervello deve imparare e continuare a imparare a distinguere quello che succede all'interno del cervello e quello che succede fuori. Le malattie tipicamente generano una confusione tra ciò che avviene dentro e fuori il cervello. E l'allenamento è basato su "giochi" elettronici disegnati per questo scopo. I risultati sono sorprendemente positivi per le persone trattate. L'allenamento può essere fatto anche prima dei sintomi: in fondo fa bene. E non costa molto realizzarli: in fondo è software.

Jules Hoffmann spiega come la scienza degli insetti spiega l'immunologia umana. La speranza di vita degli umani è aumentata negli ultimi centocinquant'anni in modo straordinario. Molto grazie agli antibiotici e al miglioramento delle condizioni di vita. Ma i batteri immuni agli antibiotici sono davanti a noi. Come prepararsi? Gli insetti sono molto resistenti alle infezioni. Hanno sviluppato molte soluzioni, sensori che avvertono presto dell'infezione e reazioni chimiche che curano le infezioni. Hoffmann racconta di come gli insetti hanno sviluppato queste soluzioni immunitarie particolarmente efficienti. E poiché l'hanno sviluppata in un tempo molto più lungo di quello che hanno potuto usare le specie più recenti, come i mammiferi, giocano sulla "memoria" in modo molto intenso.

Stephen Friend parla della medicina cooperativa. Come incentivare una sanità collaborativa? Parla di "precompetitive commons" per la conoscenza sulla salute, indipendente dallo stato e dall'industria privata. E internet, nella sua interpretazione aperta, può sviluppare piattaforme per sviluppare pratiche sanitarie collaborative. I costi della sanità organizzata intorno a soluzioni centralizzate sono enormi. E gli specialismi hanno molto aumentato questi costi. Se tutti fossero impegnati in qualche sorta di contributo alla sanità comune i costi sarebbero profodamente tagliati. C'è una differenza tra l'energia delle persone e le limitate possibilità delle istituzioni sanitarie che strategicamente dimostra la necessità di ricorrere alla prima per migliorare l'effetto complessivo anche delle seconde. Gli informatici hanno fatto questo per lungo tempo. Per esempio su GitHub. Non solo per l'autocura delle malattie. Anche per la ricerca. Per esempio studiando grandi insiemi di dati insieme. Per esempio per comunicare i risultati delle analisi. Per esempio per descrivere i sintomi e condividere queste informazioni. Il pubblico diventa parte del sistema della ricerca. Superare il sistema sanitario attuale.

Michal Schwartz dice che esiste una neuroimmunologia che sviluppa nuove strategie contro l'invecchiamento del cervello e la degenerazione. C'è una barriera tra la mente e il corpo. E Jill Farrant mostra come la fisiologia molecolare delle piante genera specie tolleranti alle siccità. Da vedere il suo ottimo sito.

Un keynote di Mark Walport, chief scientific adviser per governo britannico. La domanda fondamentale sulla sopravvivenza della specie umana riguarda l'infrastruttura tecnologica dell'energia nel quadro dell'infrastruttura naturale, l'ambiente. La sfida è l'equilibrio tra queste infrastrutture. Prendiamo il caso della scienza del clima. La policy è complicata. I politici che devono essere eletti si confrontano con i fatti e con la comunicazione dei fatti. Sul clima c'è una concentrazione sull'aumento della temperatura, ma vediamo che il clima sta cambiando in modo molto più complicato, con cambiamenti correlati che si manifestano in cambiamenti climatici molto diversi nelle diverse aree del pianeta. Ma come traduciamo queste complicate questioni in comunicazioni comprensibili in modo che i politici possano prendere decisioni? C'è una tendenza facile: negare la scienza e togliere di mezzo il dibattito. Ma è la strada sbagliata. La questione è che di fronte al cambiamento climatico possiamo alternativamente: fermare le emissioni, adattarci al cambiamento climatico, scomparire. La comunicazione non può essere tecnica. Dobbiamo ripartire dai valori delle persone e delle civiltà. E su quello che riteniamo importante. I nostri figli. I nostri nipoti.

Terza sessione:

DAN SHECHTMAN Technion BREAKING THE WALL TO A START-UP NATION 

ANITA GOEL Nanobiosym BREAKING THE WALL OF THE CENTRALISED HEALTHCARE INFRASTRUCTURE PARADIGM 

ROLF-DIETER HEUER Cern BREAKING THE WALL OF THE HIDDEN UNIVERSE II 

ROBERT P. KIRSHNER Harvard University BREAKING THE WALL OF COSMIC ACCELERATION 

LUC STEELS Universitat Pompeu Fabra Barcelona BREAKING THE WALL TO LIVING ROBOTS

Introduce Stefan von Holtzbrinck. Che presenta i panelist ma prima cita la scelta che Falling Walls ha compiuto tra le startup scientifiche: l'iridio è l'elemento capace di trasformare energia in luce; ma si può insegnare al rame di fare quello che fa l'iridium; Cynora usa questa scoperta per sviluppare una nuova impresa che può aggiungere luce a ogni tipo di materiale.

Dan Shechtman parla dell'idea che il sistema delle startup può generare uno sviluppo economico nei paesi che non hanno risorse naturali. Ci vuole una società imprenditoriale, cioè senza paura del fallimento. Il primo strumento è aumentare l'educazione della società. Inoltre: i governi devono favorire le startup. Il sistema di libero mercato è precondizione. E poi: non ci deve essere corruzione. Non basta: conoscenza e informazione per gli imprenditori, per avere il materiale mentale da elaborare e per fare della creazione di impresa il discorso più diffuso in città. Dove si impara l'imprenditorialità? Ho fondato un corso al Technion. E la sua storia è di quelle che fanno venire voglia di tornare a scuola. Ma per i paesi in sviluppo c'è una lezione: prima di investire in edilizia occorre investire nelle menti perché la maggiore ricchezza di una nazione è la sua cultura e da lì parte lo sviluppo.

Anita Goel vuole abbattere il muro del paradigma della sanità centralizzata. I sistemi naturali sono fondamentalmente aperti. E anche i sistemi tecnologici più generativi sono aperti. Il fatto è che il dna è un sistema basato sull'informazione e si può trattare con strumenti per l'elaborazione di informazioni. Senza chimica. Gene-radar è il primo strumento creato in questo modo (ci sono alcune notizie in rete, per esempio su TakePart). E un sistema di sviluppo di questo genere di strumenti decentralizzato e aperto può cambiare la pratico della diagnosi con costi molto ridotti.

Rolf-Dieter Heuer, il direttore generale del Cern, parla del bosone, ovviamente. E racconta delle avventure di un esperimento straordinario, finanziato in modo straordinario, compreso straordinariamente male (dice) dai giornalisti, che è riuscito nonostante abbia avuto bisogno di centinaia di scienziati (cioè, dice, centinaia di "ego" straordinaramente concentrati su di sé).

Robert Kirshner parla di supernova (no non superNòva) stelle che esplodono. Come sappiamo che l'universo accelera e si espande? Lo sappiamo dagli anni Trenta che espande. Ma ora sappiamo che si espande sempre più velocemente. La Via Lattea è larga 100mila anni luce. Noi non siamo al centro. E non possiamo fare una foto perché comunque ci siamo in mezzo. Pensavamo che fosse tutto l'universo. Ora sappiamo che è una minima parte. E ce ne siamo accorti misurando la luce dei punti luminosi nel cielo. Che spesso sono più lontani di 100mila anni luce. E ora sappiamo che ci sono cose lontane alcuni miliardi di anni luce. Si possono osservare cose particolari trovando una supernova (ce ne sono poche; nella Via Lattea non ne capita più di una o due in un secolo). Se possiamo vedere bene una supernova (tipicamente in un'altra galassia, dunque molto lontana nel passato) possiamo comparare la velocità di espansione dell'universo. E ora possiamo dire che ci espandiamo. E ci espandiamo a velocità sempre più elevata. 

Luc Steels parla dell'intelligenza artificiale e la costruzione di robot capaci di decisioni autonome. I robot sono una nuova specie. E per evolvere devono imparare. In casi piuttosto banali usano una sorta di pattner recognition per farlo. Altri copiano. È questa la strada giusta? La strada giusta è usare l'approccio evoluzionista. In modo che i robot sviluppino per esempio il loro linguaggio (non il linguaggio che noi mettiamo dentro di loro). Un approccio è di dare ai robot la possibiltà di giocare con sé stessi e osservare sé stessi per imparare in modo tale da elaborare "pensieri" propri. Si possono dare ai robot delle strategie per elaborare un linguaggio senza dare a loro un linguaggio. Per esempio una strategia per avere un senso di identità individuale. E poi quando interagiscono tra loro possono parlarsi. 

Quarta sessione:

KARLHEINZ MEIER Human Brain Project/Universität Heidelberg BREAKING THE WALL OF TRADITIONAL COMPUTING 

ELVIRA FORTUNATO Universidade Nova de Lisboa/CENIMAT/i3N BREAKING THE WALL TO A NEW AGE OF ELECTRONICS  

BENJAMIN R. BARBER City University New York BREAKING THE WALLS OF THE NATION-STATE THROUGH INTERDEPENDENT CITIES 

MICHAEL M. RESCH HLRS/Universität Stuttgart BREAKING THE WALL OF REALITY 

DANIEL G. NOCERA Harvard University BREAKING THE WALL TO PERSONALISED ENERGY

Introduce Andreas Barner uno dei principali rappresentanti della scienza tedesca. E annuncia i panelist e lascia presto il palco. Ma si comprende che le ultime storie saranno notevoli.

Karlheinz Meier spiega come il Human Brain Project arriverà a creare un paradigma fondamentalmente nuovo dell'elaborazione di informazioni. Il cervello è una rete che processa informazioni a enorme velocità e con consumo di energia straordinariamente efficiente. Inoltre, le stesse strategie del cervello, come la simulazione, sono qualcosa che può insegnare un nuovo approccio all'elaborazione di informazioni. 

Elvira Fortunato l'optoelettronica porta all'elettronica trasparente. Quella dell'interfaccia di Minority Report. La fantascienza è importante per la scienza. Per l'elettronica trasparente occorrono metal oxide semiconductors. Che non hanno solo la proprietà della trasparenza: costano poco, sono biocompatibili, riciclabli, verdi, e hanno una performance elettrica superiore. Si può arrivare anche a paper electronics: elettronica sulla carta, sulla cellulosa. Anche questa ha interessanti proprietà, verdi ed economiche. (((come non pensare a quante applicazioni potrebbe avere un vetro o una carta che è anche computer? occhiali… libri… arredamento…))). Il centro di ricerca di Fortunato è il Cenimat, il Portogallo. Lei dice che tutto questo è molto semplice. L'approccio è ovvimente "nanotecnologico".

Benjamin Barber pensa a un parlamento globale delle città per generare una democrazia sostenibile. I sindaci dovrebbero guidare il mondo. La città-stato era una grande invenzione. Tutti gli allarmi, le paure, le incomprensioni sono "global" (warming, financial crisis, terrorism…): il globo è dimensione che ci spiazza e gli stati non sembrano in grado di giocare una partita che risolve i temi globali. Tutte le soluzioni vengono dalla dimensione delle città: le città sono i posti dove nasciamo, andiamo a scuola… sono posti che comprendiamo. E dai quali tiriamo fuori metafore e soluzioni che possiamo gestire. Culturalmente, affettivamente, praticamente. E poi si dimostra anche per assurdo: puoi chiudere il parlamento, o gli uffici amministrativi pubblici, ma non puoi chiudere la città. I sindaci vanno dove c'è bisogno, raccolgono i rifiuti, gestiscono la metropolitana… Non c'è un modo democratico o repubblicano di raccogliere i rifiuti.

Michael Resch la simulazione con i supercomputer accelera il progresso. Una sorta di big data applicato a simulare la solidità delle ossa di una persona, immaginare le conseguenze di un'operazione, comprendere il clima, simulare l'ottima efficienza di una turbina che genera energia, per comunicare le conseguenze di certe decisioni, per gestire flotte di automobili elettriche di grande affidabilità. In ventisette anni abbiamo un supercomputer del 1986 in un telefonino: si può immaginare che in altrettanto tempo avremo quello che oggi è un supercomputer in tasca.

Daniel Nocera pensa che si possa copiare dalle foglie per risolvere il problema globale dell'energia. E sembra aver trovato una soluzione. Ovviamente è un filone di ricerca meraviglioso. Se riuscissimo a produrre energia come fanno le piante avremmo un mondo diverso. Anche perché separando idrogeno e ossigeno nell'acqua con il sole si produce una quantità di energia enorme, dice Nocera. L'acqua che ci sta in una grande piscina può generare oltre 35 terawatt (dato da verificare).