StMicroelectronics, campione europeo dell’elettronica, cresce cavalcando le grandi ondate innovative digitali. Le frontiere oggi si trovano nell’elettrificazione e digitalizzazione dell’automobile, nel complesso di innovazioni sintetizzato dall’espressione industria 4.0, nell’evoluzione dell’elettronica personale e nella nuova radicale accelerazione infrastrutturale sospinta dalla tecnologia 5G. Lungi dall’essere in grado di offrire ogni soluzione in questi contesti, si specializza sui suoi punti di forza tecnologici: sensori e attuatori, controlli per la gestione dell’energia, materiali innovativi, microprocessori specializzati e così via. È così che è arrivata a crescere a due cifre nel corso del 2018, a oltre 9 miliardi di dollari di fatturato, e che si propone di mantenere quella soglia per il 2019: «Pensiamo di fatturare quest’anno tra i 9,45 e i 9,85 miliardi d dollari con un 10% di margine operativo» ha detto il ceo Jean-Marc Chery due giorni fa a Londra. «Ma vogliamo e possiamo arrivare a 12 miliardi nel medio termine». Che vuol dire tra il 2021 e il 2022.
Ottimo proposito, che l’impresa italo-francese può raggiungere puntanto sui nuovi materiali come il carburo di silicio e il nitruro di gallio, che rendono più efficienti le tecnologie per la gestione dell’energia elettrica, sui quali ha una leadership, oppure contando sulla sua potente tecnologia per il riconoscimento delle immagini che per esempio serve all’uso personalizzato dei device elettronici, o ancora con le sue molte tecnologie per la sensoristica e l’intelligenza artificiale applicata alle macchine industriali. Certamente, la filiera dell’automobile è un contesto nel quale la Stm sta conquistando posizioni importanti e per il quale fattura oltre 2,2 miliardi di dollari (in aumento l’anno scorso del 14%). La vendita di automobili non aumenta in modo significativo, ma il loro contenuto di elettronica non cessa di crescere ed è destinato ad accelerare con l’elettrificazione e le soluzioni di guida digitalmente assistita. E se l’auto media contiene oggi circa 700 dollari di elettronica può arrivare a contenerne più di 1.300 entro il 2023, generando opportunità per la Stm: gestione dell’elettricità, guida assistita, radar, navigazione, networking, sono altrettanti argomenti di sviluppo per l’azienda, che intende contribuire non soltanto fornendo materiali ma anche architetture semplificanti. Molti problemi delle auto attuali sono dovuti al software e alla complessità della gestione di numerose componenti, di capacità di elaborazione crescenti e di quantità di informazione da gestire in accelerazione continua, ha spiegato il presidente “automotive and discrete group” Marco Monti. Non mancano le nuove frontiere, come lo spazio: la Stm sta lavorando a un grande progetto di creazione di una costellazione di satelliti che orbitano a bassa quota e che serviranno anche a integrare le comunicazioni 5G nei luoghi dove un eccesso di antenne non sarà economicamente conveniente o socialmente accettabile.
Di certo la funzione della Stm sta cambiando. Se un tempo abilitava una decina di grandi clienti nelle loro strategie di produzione, oggi serve oltre 100mila clienti. Il che dimostra come la digitalizzazione abbia assunto una capillarità e una pervasività tecnologica impensabile qualche anno fa. E che, probabilmente, non è ancora arrivata al suo apice. Una nuovissima soluzione Stm lo dimostra: è fatta per chi sappia prendere il software per il machine learning, disponibile ormai in varie forme e a diversi livelli di complessità, lo alleni con i dati dei quali è in possesso, e voglia metterlo in un prodotto rendendolo capace di reagire alle condizioni esterne. Oggetti “senzienti” in arrivo.
Articolo pubblicato su Nòva-Tech il 16 maggio 2019