In risposta all’articolo “La qualità dell’artigiano digitale” è arrivato questo testo importante di Alessio Gismondi che pubblico volentieri:
“Gentile Dott. De Biase,
Ho letto con attenzione il Suo articolo, pubblicato il 29-12-2019, ‘La qualità artigiana da comunicare al mondo’
E’ innegabile che gli artigiani, quelli che operano nell’ambito della produzione, abbiano un rapporto stretto con la qualità dei manufatti, com’è innegabile che trovino da sempre difficoltà, nel comunicare questa peculiarità. Questa difficoltà, vista nel mondo attuale, dove le barriere geografiche sono state abbattute, risulta penalizzante per questo tipo di economia che insieme ad altre, rappresenta il nostro paese nel mondo.
Lei cita illustri scrittori che hanno studiato il sistema artigianato e lo hanno tradotto in testi, ma mi permetta di parlare a voce di chi questo mondo lo vive in prima persona.
Partendo da quello che accadeva nelle botteghe rinascimentali ad oggi tante cose sono cambiate, il lavoro degli artigiani è diventato molto più complesso, non per quanto riguarda la produzione, ma per il carico di obblighi che un artigiano si trova ad affrontare, in fondo dietro a questa figura c’è sempre una persona, che oltre ad essere un creativo, un cultore della qualità di prodotto è, e resta un uomo. Con tutti i pregi e difetti che ognuno di noi possiede.
E’ proprio come Lei dice ‘L’intuizione che vi sia nell’artigianato, una ricchezza inesauribile, ma disponibile soprattutto a chi sappia riconoscerla’ dovrebbe essere un monito per noi che operiamo in questo segmento, per raccontarlo in modo romantico e incisivo a tutti coloro che questo mondo lo guardano da fuori.
E’ questo il punto.
Ma spingiamoci un pochino oltre, perché l’artigiano non riesce in questo compito? La comunicazione è una questione di sistema, un sistema che noi, gli appartenenti alla categoria non riusciamo a generare.
Possiamo fare una veloce analisi dei perché. Non siamo attrattivi per il mondo dei giovani, i ragazzi continuano a scegliere percorsi di studi lontano dalle nostre professioni, da noi ne vengono pochi e la maggior parte di questi, arrivano in quanto non hanno alternative valide, non certo per scelta di vita. Proviamo ad immaginare se ci fossero tante persone a operare nella categoria, immaginiamo a quale contributo porterebbe questo apporto, lo stimolo della concorrenza, ma anche e soprattutto nella comunicazione digitale, terreno fertile per le nuove generazioni. Questo è uno dei tanti temi, che se venissimo ascoltati, potrebbe contribuire ad un rilancio di una categoria che ha ancora tante frecce nella faretra.
Vorrei soffermarmi sul concetto della qualità, nel periodo della mia post adolescenza trovai una domanda in un testo che mi ha balenato dentro per una vita intera, ‘la qualità è oggettiva o soggettiva? Ovvero è l’oggetto a possedere la qualità o la qualità a possedere l’oggetto?’ Vorrei provare ora a rispondere al quesito, la qualità è sia oggettiva che soggettiva, in quanto un oggetto privo di qualità, dopo le sapienti lavorazioni apportate diventa ricco di qualità, è quindi la qualità a possedere l’oggetto, e allo stesso modo quando la qualità arriva all’oggetto è l’oggetto stesso che ne diventa il possessore, e noi artigiani questo lo sappiamo bene.
Chiudo ringraziando per l’attenzione, con la speranza che ci siano sempre più opportunità di credere in quella disciplina, che riesce ancora ad affascinare tramite una bellissima serie televisiva, ma riesce ancora meglio a farlo tramite prodotti che il mondo ammira, proviamo a lavorare sulla creazione di un sistema, per il quale abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, della politica in primis, ma soprattutto del Suo e quello dei Suoi colleghi che siete i veri maestri della comunicazione.
Con stima e con i migliori auguri di un buon 2020”