Per chi li ha vissuti, i primi vent’anni del nuovo millennio possono apparire come una costellazione di crisi, ma resteranno nella memoria storica come un periodo di enorme espansione economica. Almeno a giudicare da alcuni dati macro: negli ultimi vent’anni il Pil globale è aumentato del 177%, il commercio mondiale è cresciuto del 213% e il valore degli investimenti diretti all’estero è aumentato del 367%.
Insomma, tutto è più grande e più complesso.
Una volta compreso che il sistema non è più lineare ma complesso, si è fatto il primo passo. Il clima è un sistema colplesso e ogni elemento coevolve con tutti gli altri. La struttura delle gerarchie e delle reti sociali è un sistema complesso. Persino l’evoluzione della tecnologia avviene nella complessità. Ma una volta compreso questo che si fa? Si può contemplare la complessità e descriverla in una mappa, ammettendo implicitamente di non poter fare altro che prenderne coscienza. Oppure si possono definire problemi che come un sottoinsieme della questione possano essere risolti. Non è possibike senza una semplificazione. L’importante è che non sia una banalizzazione. E allora ha senso fare una specie di Ocse dell’intelligenza artificiale come il Gpai. Riconoscere un problema sensato nella complessità senza perdere di vista l’insieme è già una soluzione.
Un articolo in proposito è su Nòva del 13 dicembre 2020 e su 24+.