Da un articolo uscito su Nòva il 17 gennaio 2021 e su 24+ intitolato: “Le piattaforme del futuro si progettano. E la storia non finisce con Zoom”.
Ezio Manzini. Il designer – la cui ricerca evolve costantemente, grazie a preziose esperienze internazionali, dal mondo della progettazione dei servizi all’innovazione sociale e oltre – cerca il suo orientamento nell’indagine sulle comunità del futuro. Niente a che fare con le comunità composte solo da relazioni sociali intense e durature obbligate a svilupparsi come organismi in luoghi ristretti. Le comunità del futuro sono intrecci di conversazioni tra persone che scelgono di incontrarsi, perché vi sviluppano opportunità, in contesti da costruire, in base a progetti che si rigenerano ogni giorno senza soluzione di continuità: comunità che vivono in ambienti ibridi, non soltanto digitali, nei quali le persone vivono esperienze di relazione intense perché hanno qualcosa di concreto da fare insieme. E per questo parlano dello spazio in cui si trovano, traducendo lo spazio in un luogo del quale vale la pena di occuparsi. Tutte le comunità contemporanee, scrive Manzini sono aperte, leggere e intenzionali. (…)