Diritti digitali: i tre presidenti dell’Europa hanno firmato la Dichiarazione

Articolo pubblicato su Nòva, Il Sole 24 Ore, domenica 18 dicembre


La discussione sull’Europa si concentra, di solito, sui divergenti interessi degli stati più che sulla convergenza di valori nell’unione.  Ma in alcuni momenti storici i suoi leader riescono a lanciare un segnale opposto. Uno di quei momenti è stato vissuto pochi giorni fa, quando la Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, insieme alla Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, e al Primo ministro ceco, Petr Fiala, per la presidenza di turno del Consiglio, hanno firmato la Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali.

Dopo un percorso deliberativo durato quasi un anno, la proposta della Commissione ha superato le opposizioni e i mille “distiguo” alimentati da interessi divergenti di ogni genere. La Dichiarazione è di fatto l’insieme dei valori nei quali gli europei e i loro rappresentanti politici convergono pensando alla nuova condizione esistenziale definita dall’avvento delle tecnologie digitali: e dice che i diritti e i principi di una sana vita civile sono gli stessi online e offline. Il che non è scontato in un contesto dominato dai punti di vista di grandi operatori e poche gigantesche piattaforme che hanno operato per decenni in un quadro regolatorio sostanzialmente assente e che la Commissione ha cominciato a ridisegnare per intero. La dichiarazione è una carta che definisce gli obiettivi sociali che l’Europa si pone ed è destinata a ispirare la policy e la regolamentazione del digitale in Europa, con conseguenze sul resto del mondo che saranno pari all’importanza del mercato e della cultura europei nel contesto globale. La Dichiarazione si occupa di diritti dei cittadini per il controllo dei loro dati personali, della sicurezza della navigazione in rete e della sanità delle relazioni dei media sociali digitali. Favorisce la solidarietà e l’inclusione tramite la connettività, la diffusione delle competenze necessarie a vivere pienamente le opportunità offerte dalle tecnologie, la partecipazione allo spazio pubblico digitale. Promuove la sostenibilità della digitalizzazione prendendo in considerazione i crescenti costi energetici necessari alla crescita esponenziale dell’uso di apparecchiature digitali.

La sicurezza dei bambini in rete è messa in discussione dalle pratiche di piattaforme governate da algoritmi disegnati per rendere le persone sostanzialmente dipendenti dalle gratificazioni che trovano in rete. Il diritto a orari di lavoro rispettosi del riposo è annullato da pratiche di gestione del personale che si avvalgono delle connessioni digitali per costringere i lavoratori a non staccare mai. L’idea che le tecnologie siano al servizio delle persone e non viceversa non è perseguita spontaneamente dai venditori di soluzioni digitali – che cercano di fidelizzare i clienti, non certo di liberarli dal bisogno dei loro prodotti – e richiede una consapevole iniziativa politica.

La Dichiarazione è l’ispirazione della Commissione quando introduce nuovi regolamenti per governare lo sviluppo digitale al servizio del bene comune e non dei beni di pochi.


Foto: “European Commission building, Brussels” by R/DV/RS is licensed under CC BY 2.0.