Il progetto di Parigi per il 2050

Articolo pubblicato su Nòva, il Sole 24 Ore, l’8 giugno 2023


Tre anni di lavoro. Tremila pagine di progetto. Trent’anni di programmazione. Una consultazione quartiere per quartiere, strada per strada. Parigi pensa il proprio futuro e lo scrive in un documento che potrebbe fare scuola. La capitale francese che, grazie a Louis-Sébastien Mercier, nel 1771 ospitava un dibattito letterario su come sarebbe diventata nel 2440, riesce ancora a guardare avanti. Ma la prospettiva passa dai secoli ai decenni, perché si confronta con sfide epocali della massima urgenza. In effetti, questo XXI secolo sarà la risposta alle scelte di quel XVIII secolo: l’emergenza climatica di oggi è conseguenza dell’industrializzazione iniziata allora.

In questo quadro, Parigi mette al primo posto l’obiettivo di diventare neutrale in termini di emissioni di CO2 entro il 2050 e di contenere il calore. Lo scrive nel suo nuovo Plan Local d’Urbanisme, definito “bioclimatico”. Il processo di informazione dei cittadini e di deliberazione pubblica è partito nel 2020. La raccolta delle idee dei cittadini è stata capillare. Le istanze principali si sono concentrate sull’ambiente, la salute, il verde e la condivisione dello spazio pubblico. Molto richieste anche la tutela dei negozi locali, l’accessibilità e la qualità degli alloggi, la conservazione dell’estetica della città. Al documento finale ha contribuito una squadra di centinaia di ricercatori ed esperti. Il Consiglio della città lo ha approvato lunedì 5 giugno scorso. Da lì, passa all’attenzione delle autorità dello stato. Per arrivare in fondo presumibilmente alla fine del 2024, cioè dopo la XXXIII edizione delle Olimpiadi.

Il piano precedente, del 2006, puntava alla moltiplicazione degli alloggi a prezzo conveniente e ha portato le case sociali dal 13% al 25% del totale. Questo piano punta alla moltiplicazione degli alberi: ci dovranno essere 300 ettari di alberi in più entro vent’anni, per portare la media del verde per abitante dai 6 metri quadrati attuali ai 12 consigliati dall’Organizzazione mondiale della Sanità. E non si otterrà tutto questo soltanto con la creazione di grandi parchi esterni, ma soprattutto piantando alberi ovunque all’interno della città: nei cortili, sui tetti, nelle scuole. La “densificazione”, parallela alla crescita del valore degli immobili del centro, ha creato nuove fonti di calore, come il quartiere degli affari, attorno a Place Vendôme e Champs-Élysées. Non potrà continuare. Intanto, proseguirà il lavoro per mantenere in città le classi medie, con investimenti da un miliardo l’anno, calcola Le Monde, in edifici pubblici nuovi e adattamenti di vecchi edifici per uffici.

In generale, gli uffici dovranno diminuire, per la prima volta. Il che è coerente con le tendenze emerse durante la pandemia. Mentre le botteghe artigiane dovranno aumentare. E tutte le nuove iniziative edilizie saranno incentivate a perseguire obiettivi come la disponibilità di locali per la socializzazione, l’installazione di pannelli solari, il recupero dell’acqua piovana e, appunto, gli alberi. Il piano non si occupa del trasporto pubblico o dei materiali da costruzione per le case. Ma incentiva la strategia della città dei 15 minuti che favorisce gli spostamenti a piedi o in bicicletta. 

Così, Parigi pensa alla sostenibilità, curvando verso lo stesso obiettivo ogni decisione per tutta la città. Non più aree specializzate ma un grande rimescolamento sociale, guidato dalla stella polare della riduzione di emissioni.


Foto: “Cafe de Paris” by ferminet is licensed under CC BY 2.0.