Il sapore è quello delle noccioline tostate in un dolcetto al miele.
Più o meno. Serviti a colazione, accompagnati da una fragola e un
caffè, i vermi prodotti dalla Bugs, un allevamento olandese, sono una
prelibatezza, di qualità e igiene certificati. E il pubblico presente
alla conferenza di Marcel Dicke, al TedGlobal di Oxford, lo ha
potuto verificare. O meglio: ha dovuto verificarlo, per non sentirsi da
meno degli altri convintissimi partecipanti. Perché i vermi e gli
insetti sono il futuro dell'alimentazione umana, secondo Dicke,
entomologo alla Wageningen University.
In effetti, mentre l'umanità sta raggiungendo i 7 miliardi di individui
– e si prevede che arriverà a 9 miliardi entro il 2050 – il problema
della nutrizione resta largamente irrisolto. E l'attuale paradigma
della produzione di cibo è molto inefficiente. Con lo stesso ammontare
di mangime che serve a produrre un chilo di carne bovina si fanno
cinque chili di carne di pollo ma ben nove chili di carne di
cavalletta. Inoltre, il 70% del terreno agricolo mondiale è dedicato,
secondo la Fao, alla produzione di carne bovina, suina e ovina: il che
è piuttosto inefficiente a livello globale e conduce a deforestazione e
altri rischi per l'ambiente. Senza contare le sofferenze per gli
animali: i polli e molti bovini sono allevati in modo che li condanna a
una vita di sofferenza e segregazione, mentre le larve della Bugs, per
esempio, sono allevate in modo per loro completamente gratificante.
«L'80% della popolazione umana mangia insetti» dice Dicke «mentre gli
europei e gli americani, del tutto irrazionalmente, li rifiutano.
Eppure gli insetti sono le specie animali più diffuse sul pianeta. E si
possono allevare in modo molto più sicuro, economico e sostenibile di
molte altre specie. Su 6 milioni di specie di insetti, 1.400 sono già
usate nell'alimentazione in molte parti del mondo: la ricerca,
l'informazione e l'imprenditorialità occidentale potrebbero lanciare
questo tipo di produzione e condurla a diventare una soluzione
significativa per la disponibilità di cibo a livello planetario».
In realtà, dice Dicke, è tutta questione di percezioni. Come i gamberi
sono cibo per gourmet, così lo possono essere le cavallette. Ma occorre
una preparazione e una conoscenza che attualmente non ci sono e che
Dicke intende diffondere. Lo scienziato, vincitore tra l'altro del
Premio NWO-Spinoza, è riuscito con alcuni partner a organizzare un
festival dei mangiatori di insetti a Waginegen: 20mila europei hanno
gustato i prodotti della natura più nutrienti e diffusi ma meno
utilizzati nel vecchio continente. Il piatto più apprezzato? Dicke non
ha dubbi: «Locuste all'aglio e erbe, servite con riso e verdura cotta».