Wolfram Alpha, il «motore computazionale della conoscenza», non ha un nome pensato per la cultura pop. È un progetto di Stephen Wolfram, 49 anni, fisico laureato a Eton, Phd a 20 anni, famoso per aver scritto il software Mathematica e controverso per le tesi sostenute nel libro «A new kind of science».
Wolfram Alpha uscirà entro maggio ma già tutti ne parlano, come del resto Nòva100 da un paio di mesi: quindi la discussione per ora non è basata sui fatti ma sugli annunci. E soprattutto sulla descrizione del nuovo motore proposta dall’autore. Si tratta dunque di un caso di scuola per il giornalismo dell’innovazione.
Come valutarlo? Wolfram Alpha è per ora una visione: un motore che non si limita a restituire link pertinenti, ma che risponde direttamente alle domande sulla base delle informazioni che trova in rete e di un sistema complesso di algoritmi. A quanto pare è più forte con le domande che implicano calcoli e confronti di numeri. E nulla si sa di come affronterà domande su temi concettualmente controversi o addirittura politicamente sensibili. Di certo, non è solo informatica: conterà su un migliaio di esperti per valutare le fonti utilizzate.
Non è forse pensato per fare concorrenza a Google o a Wikipedia, anzi, probabilmente si integrerà a questi colossi nell’ecosistema internettiano.
I commentatori che hanno visto Wolfram spiegare la sua idea ne sono rimasti affascinati. Non basta per dichiarare che l’innovazione sarà adottata entusiasticamente dalla rete. Ma è sufficiente per dire che a Wolfram Alfa sarà necessario prestare molta attenzione. (La lezione di Wolfram)