Da un articolo uscito su Nòva il 16 maggio 2021 e su 24+ intitolato: “Si rinnova il dibattito sull’innovazione genetica dell’agricoltura europea” – La coltivazione e l’allevamento producono il 19% dei gas-serra. Le biotecnologie possono servire alla sostenibilità? La Commissione apre il dibattito
Il 19% delle emissioni globali di gas-serra sono causate dall’agricoltura e dall’allevamento. Sono quasi dieci miliardi di tonnellate di gas-serra (il dato è frutto di un’elaborazione: si considera l’effetto sul clima che hanno i diversi gas-serra e si calcola quanto peserebbero se fossero tutti CO2). Questi numeri vengono dalla Breakthrough Energy, un’iniziativa fondata dall’imprenditore filantropo Bill Gates per accelerare i progetti pubblico privati che sono necessari per azzerare le emissioni entro il 2050.
Insomma, l’agricoltura contribuisce in modo enorme al cambiamento climatico. Poiché la popolazione mondiale continua a crescere, il problema potrebbe ingrandirsi ulteriormente. E non c’è da sperare che si risolva da solo. Che cosa si può fare? Essenzialmente si può innovare, cambiando le tecnologie e l’organizzazione dell’agricoltura in modo da produrre quello che serve senza emissioni.
L’agricoltura è in effetti attraversata dall’innovazione a tutto tondo. Si parla di innovazione nel sistema di distribuzione, per ridurre gli sprechi o per aumentare il valore aggiunto per i produttori schiacciati da sistemi di distribuzione arcaici. Si parla di nuove abitudini di consumo con minore ricorso alla carne e maggiore utilizzo di prodotti a maggior costo ma biologici, nel senso che sono realizzati senza eccessivo utilizzo di prodotti chimici. Si parla anche di innovazioni tecnologiche straordinarie come l’utilizzo dei satelliti e dei droni per guidare in modo capillare le scelte di irrigazione o concimazione, riducendo gli sprechi. Si parla di agricoltura più vicina ai consumatori, realizzata in città con tecniche idroponiche e che minimizzano il consumo di suolo. Si parla di blockchain per tracciare tutti i passaggi del percorso dei materiali dal campo alla tavola da pranzo. E si parla di modificare i geni delle piante per ridurre la necessità di proteggerle dai parassiti, per aumentare la produttività, per contenere la necessità di irrigazione, e così via.
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Le scelte in proposito si svilupperanno in base a una dialettica tra stakeholder piuttosto articolata. Il rischio principale è che si confrontino opinioni sclerotizzate e poco attente alla lettura dei fatti. L’Europa ha bisogno di imparare a guidare l’innovazione senza frenarla. Alla Commissione tutti sono ben consapevoli di questa esigenza. L’impressione è che dunque occorra innovare profondamente anche nel modo con il quale si dibatte pubblicamente di questi argomenti. La creazione di piattaforme di deliberazione aperta, informata, libera, potrebbe essere di per se un effetto collaterale del processo di regolamentazione europeo. E sarebbe un effetto collaterale molto positivo.