Il dubbio nel motore

Accusano Google di aver cambiato le regole della ricerca online: il motore non restituirebbe le pagine più linkate da altre pagine, come nell’algoritmo originario, ma tenderebbe a promuovere i servizi della stessa Google. Compagnie che vendono viaggi, salute, mappe, prodotti di consumo, e altro, lamentano una riduzione del loro traffico quando Google apre un servizio che fa loro concorrenza. Ne ha parlato il Wall Street Journal di Rupert Murdoch, che da tempo non è tenero con la compagnia del motore di ricerca. È un tema toccato anche da un’indagine dell’Antitrust europea. Google, sempre al Wall Street Journal, risponde che il motore è fatto per le persone e non per i siti. Del resto, è una compagnia privata e non è obbligata a una legge di "neutralità della ricerca". Il problema, sempre che tutto questo sia verificato, è vedere che cosa ne penseranno gli utenti. Finora era chiaro: i link sponsorizzati erano ben separati da quelli generati "naturalmente" dall’algoritmo del motore. Se non dovesse essere più certa la distinzione tra i link più rilevanti e i link che più interessano al business di Google, la tecnologia fondamentale per il business di lungo termine dell’azienda rischierebbe una certa perdita di credibilità. Aprendo spazio a nuovi concorrenti.

  • Salvatore Loreto |

    la question e’ se il motore di ricerca e’ ancora la tecnologia fondamentale per il business di lungo periodo di Google…
    oramai Google non e’ piu’ solo motore di ricerca, e’ di qualche settimana fa l’annuncio che Android se fosse una societa’ a se, sarebbe gia’ profittevole!
    giusto per dirne una.

  • GoldWing98 |

    Google (come altri) non ha l’obbligo di essere neutrale, ma ha l’obbligo di dire se è neutrale.
    Non può fare credere di essere neutrale e invece non esserlo.
    Una volta che dice chiaramente che il risultato della ricerca è influenzato da “altri fattori” è a posto; altrimenti, semplicemente è una truffa.

  • Elena Sartori |

    Sì, lo penso anch’io che la soluzione non è nel creare un motore di ricerca statale. Ecco che nel caso di Europeana la garanzia di neutralità la fornisce l’Unione Europea. Quello che emerge è la necessità di un’authority che regoli sia i prodotti pubblici che quelli privati.

  • Enrico |

    @Elena Sartori – La net neutrality è un argomento sempre più al centro del dibattito della sfera pubblica e non credo che un motore di ricerca statale risolva da se il problema della neutralità dei risultati di ricerca. Un passo sicuramente importante è stato compiuto con il progetto Europeana (motore di ricerca finanziato dall’UE per i documenti digitali presenti negli archivi di biblioteche, musei etc.). La partita della neutralità della rete probabilmente si giocherà anche sul terreno del semantic web e degli open data ma questa è un’altra storia.

  • Elena Sartori |

    Quello che mi preoccupa è che una compagnia privata non sia obbligata alla neutralità della ricerca. Se vale per Google varrà anche per eventuali concorrenti. Si dovrà produrre un motore di ricerca statale? Forse?

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