L’esperimento di Nòva100, ancora in beta, va avanti. I suoi aspetti innovativi emergono a poco a poco. Forse il principale e meno notato è quello che riguarda il trattamento degli autori.
Sono loro i protagonisti, qui su Nòva100. Non solo perché la piattaforma è pensata per loro. Ma anche per un elemento contrattuale che penso vada sottolineato. Su questa piattaforma, le persone che contribuiscono cedono il loro diritto d’autore solo per il blog stesso. Ogni altro utilizzo dei contenuti pubblicati resta nella loro piena disponibilità.
Questo punto rende Nòva100 strutturalmente diversa da molte altre piattaforme gestite da editori. Perché si è fatto così? Per sperimentare una relazione nuova tra l’editore e gli autori. Una relazione di rispetto reciproco e di valorizzazione dei rispettivi ruoli. Chi meglio degli autori può sapere come valorizzare al massimo la propria opera? E quale piattaforma può essere migliore di quella che gli autori valorizzano perché avvertono come amica e sodale nel loro percorso di ricerca?
La sperimentazione di Nòva100 è anche questo. I suoi risultati sono tutti da valutare. Ma se non si innova, non si conosce l’effetto dell’innovazione. E solo innovando, penso, si può aspirare a fare un buon giornalismo dell’innovazione.