Las Vegas, dove è aperto il Ces, la grande fiera dell’elettronica di consumo, è stretta tra due città. Seattle, dove Bill Gates ritorna, dopo il suo addio a una lunga carriera nell’elettronica. E San Francisco, dove tra qualche giorno partirà il MacWorld, la convention dei fanatici della Apple.
La fine della centralità del pc, sulla quale Gates ha costruito la sua carriera è più che una realtà tecnologica. E’ un fatto incarnato in qualche modo dalla stessa biografia del co-fondatore della Microsoft. Che ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alla sua nuova vita di filantropo professionista. Una decisione che anche, forse, la testimonianza di un cambio di stagione molto più generale.
La prospettiva, peraltro, è definita al Ces dalle innovazioni a getto continuo che l’industria non cessa di lanciare. Ma che, da qualche anno, si confrontano con la leadership culturale e tecnologica dell’unica azienda che al Ces non si presenta: la Apple. Tanto è vero che molte analisi sono orientate a posizionare i prodotti presentati al Ces in relazione alle idee che saranno presentate da Steve Jobs nel suo prossimo show d’inizio anno.
E intanto, emerge prepotentemente l’importanza di un nuovo protagonista delle scelte tecnologiche dell’elettronica di consumo: l’industria dell’entertainment che con l’ultimo annuncio di Sony sembra aver scelto di abbandonare il Drm tradizionale (conseguenza, meno quote di mercato per iTunes e più vendite per iPod) e che con Warner sembra aver scelto il Blue Ray (conseguenza, si diffonde la tecnologia inventata dalla Sony a scapito di quella della Toshiba).
L’elettronica di consumo cerca gli spazi di autonomia nel design, nel risparmio energetico, nell’invenzione di nuovi modi per connettere le case a servizi innovativi nati su internet senza necessariamente passare dal pc. Con il vincolo di tenere i costi sempre più sotto controllo. Le sue innovazioni vere, in fondo, fanno poco rumore: ma sono abilitatori necessari per l’ecosistema.