ArchWeek. Milano. La città del futuro possibile

Milano vicina all’Europa, dal tempo della fabbrica gotica del Duomo. E Milano globale che ha colto l’opportunità dell’Expo per dare un ritmo alla sua trasformazione
urbanistica. A Milano, il 12-17 giugno ci sarà la prima settimana dell’architettura, manifestazione diffusa guidata da Stefano Boeri, direttore artistico, con il Politecnico come ideatore e organizzatore, con il Comune come grande sostenitore, con la Triennale come location privilegiata. Commenta Boeri: «Prendiamo atto che Milano è diventata una delle capitali dell’architettura. Tanti architetti interessanti stanno lavorando o hanno appena lavorato a Milano. C’è stato un cambiamento spettacolare della città – Prada, Feltrinelli, City Life, PortaNuova – ed è avvenuto con qualità elevata e in un periodo molto breve». C’è da riflettere, anche criticamente. Molti episodi di questa trasformazione sono partiti nel pieno della speculazione finanziaria ma sono arrivati quando la bolla era scoppiata, dopoil 2008. Il che consente di ipotizzare che l’architettura milanese non sia soltanto di facciata ma stia catalizzando energie strategiche reali. E forse questo spiega l’humus che spinge l’avvio ulteriori iniziative innovative. Come il progetto Milano4You che a Segrate vuole costruire dal prato verde un quartiere “smart” basato sull’idea che producendo in modo intelligente energia e dati, il territorio urbanizzato può cessare di consumare risorse e può cominciare a generarne, avvantaggiando gli abitanti. L’architettura è ancora una disciplina che fa discutere e che alimenta un dibattito alto sulle conseguenze delle opere umane. Non c’è dubbio che gli architetti sono chiamati a pensare il futuro in modo non astratto, ma piuttosto materiale e concreto. Le città che adottano le loro opere migliori ne discutono, coltivano un’identità culturale il cui significato può superare l’apparenza. E può contribuire a rendere possibili le visioni strategiche più sfidanti: la città della conoscenza e del design, la città della manifattura contemporanea…
Articolo pubblicato su Nòva il 16 aprile 2017