Hanno partecipato 22.600 persone. Sono stati presentati 2.100 progetti. Centinaia di selezionatori hanno scelto quasi 120 idee da sviluppare e portare sul mercato entro sei mesi. La Hackathon europea per rispondere innovativamente al Covid-19, organizzata online dalla Commissione e dall’European Innovation Council con 30 organizzatori di questo genere di format per l’open innovation provenienti da tutti i paesi, tra i quali Hack for Italy, si è svolta lo scorso weekend, mentre il processo di selezione si è concluso giovedì 30. Stanchissimo, Isidro Laso Ballesteros, Deputy Head of Unit of the European Innovation Ecosystems, uno degli animatori di questa manifestazione, ha risposto per telefono a Nòva. Si prepara ad altre tre settimane intense: le idee scelte devono diventare presentabili a imprese, ospedali e altre organizzazioni che devono aiutare i promotori a realizzarle entro sei mesi. I progetti selezionati fanno largamente uso di intelligenza artificiale e soluzioni digitali, per scalare la produzione di materiali che servono a combattere il contagio, per lavorare meglio da remoto, per studiare in modo più coinvolgente su piattaforme digitali, per ridurre la distanza tra la domanda e l’offerta di lavoro, per collaborare alla ripresa delle attività culturali e molto altro ancora.
«Ora il nostro compito è quello di portare davvero queste idee a diventare realtà. Alcune cercano un partner industriale per produrre in larga scala. Altre cercano finanziamenti. Altre ancora vogliono sviluppare software. Oppure internazionalizzare un’idea che funziona già in un paese», dice Ballestreros. «Ora razionalizziamo i bisogni, le debolezze e i punti di forza delle squadre che hanno presentato i progetti scelti. Ci aiuta Mind the Bridge. E tra il 22 e il 25 maggio dovranno essere pronti a incontrare grandi aziende, strutture sanitarie e altre organizzazioni per convincerle a investire su di loro. Li aiutaremo a fare i contratti che servono. E li lasciamo partire». Esperienza intensa questa hackathon. «Potrebbe essere una nuova modalità per fare l’Europa, non a partire dalle lobby dei grandi, ma dalle idee dei piccoli. E potrebbe essere un nuovo ruolo per la Commissione che mette insieme le forze che esistono in Europa per arrivare più velocemente a innovare davvero. In questo caso la Commissione non ha speso un euro: ci sono stati centinaia di volontari, piattaforme in uso gratuito, direttorati diversi che hanno collaborato senza formalità, ministri dei governi nazionali che non si sono fatti pregare per contribuire con il loro peso politico a diffondere le informazioni e alimentare la credibilità dell’impresa. È un nuovo modo di lavorare che resterà».
Alberto Onetti, presidente di Mind the Bridge, si prepara a facilitare l’incontro con le organizzazioni che dovranno aiutare a realizzare i progetti: «L’aspetto chiave è la profilazione delle controparti (i 120 progetti e i 600 e più partners, per fare incontrare (virtualmente in questo caso) solo coloro che potrebbero avere interesse concreto a realizzare il progetto e la possibilità reale di farlo». La Confindustria (editore del Sole 24 Ore) si è impegnata a fondo in tutte le fasi della manifestazione e aiuterà nella mappatura delle opportunità. Non per nulla l’Italia è stata il paese con il maggior numero di partecipanti registrati, oltre 2.500, che hanno contribuito a 320 progetti. Tra questi aiLearning usa l’intelligenza artificiale per facilitare preparazione e valutazione degli esami, Jobiri facilita l’inserimento lavorativo, WeStudyTogether aiuta a studiare a distanza in modo interessante, MeMentoring offre consigli per migliorare nello studio o nella carriera, Guide-Your-Guide serve a realizzare esperienze culturali a distanza. «Abbiamo visto incredibili soluzioni innovative create dai cittadini dalle loro case insieme a persone che non avevano mai incontrato di persona. Siamo fermamente convinti che l’innovazione digitale si muova veloce, più veloce del virus!» ha detto Oleksandr Komarevych, team leader di “Hack for Italy”.
Articolo pubblicato su Nòva il 3 maggio 2020