La convergenza di genetico e digitale

Da un articolo uscito su Nòva il 30 maggio 2021 e su 24+ intitolato: “La convergenza del digitale con la genetica non fa rumore, ma innovazione” – Nel mondo gli investimenti biotech sono raddoppiati negli ultimi cinque anni. In Italia si è avviato lo Human Technopole. E ripensata l’ex Enea Tech

Lo va dicendo da qualche anno Nicholas Negroponte: «La biotecnologia è il nuovo digitale». Il fondatore del MediaLab all’Mit, autore di “Essere digitali”, pensa che l’innovazione nella genetica avrà lo stesso impatto sulla cultura e l’immaginazione che ha avuto internet.

Ma si potrebbe essere più esatti – e più negropontiani dell’originale – osservando piuttosto che si assiste alla convergenza del digitale e della biotecnologia: il che in effetti è ciò che avviene concretamente nei laboratori di genetica, abilitati a realizzare imprese straordinarie proprio da computer connessi, ribollenti di dati elaborati da algoritmi e sistemi di visualizzazione capaci di gestire quantità enormi di informazione, materia prima sia del digitale che del genetico.

E, come osserva Fareed Zakaria nel suo “Ten lessons for a post-pandemic world” (Norton 2020, appena tradotto da Feltrinelli, con il titolo “Il mercato non basta”), l’esperienza della pandemia ha accelerato ulteriormente la collaborazione del digitale con la biotecnologia, resa evidente per esempio dalla velocità della produzione dei vaccini.

Insomma: la crescita esponenziale della capacità di calcolo – il ribasso accelerato del costo – tipica del digitale, viene applicata a una disciplina che modifica gli elementi fondativi della vita e può spostare il limite del possibile, eliminando l’immaginazione dalla fantascienza per trasferirla di peso nella scienza.

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In Italia, paese che ha una significativa produzione farmaceutica e un’ottima ricerca genetica, ma che di certo non brilla per disponibilità di finanziamenti, il governo ha pensato di conferire una missione precisa al mega fondo da mezzo miliardo dell’ex Enea Tech per concentrarlo sulla biotecnologia, anche se ha avviato questa strategia decisiva con un modesto articolo infilato nel decreto “Sostegni bis” che aggiunge all’attenzione di quella Fondazione per le startup anche un forte impegno per la ricerca.

Una scelta – secondo i pochi che l’hanno commentata – positiva. Niente di paragonabile al clamore e alle controversie suscitate dalla decisione presa un abbondante lustro fa di destinare un milardo in una decina d’anni allo Human Technopole di Milano che in questo mese sembra avviare il lavoro con l’assunzione dei primi cento collaboratori.

Ma è chiaro che, nel mondo dell’innovazione, la comunicazione segue logiche diverse da quelle della conoscenza.

Update: Secondo le notizie che circolavano a fine giugno 2021 la concentrazione sulle biotecnologie della ex Enea Tech non è ancora decisa del tutto.