La curva di pareto è la curva del ventunesimo secolo. Ed è la curva di ogni mondo che vive nell’effetto rete. Lo dice a milano chris anderson, autore de la coda lunga e direttore di wired.. Ma questo sta diventando vero anche offline. Il numero di prodotti diversi negli scaffali dei negozi è raddoppiato negli ultimi anni. Starbucks ha migliaia di tipi di caffè diversi. Succederà alla cioccolata. E poi i voli low cost ridistribuiscono il turismo tra molte nuove destinazioni. Aiutati dalla diffusione delle informazioni. C’è un negozio online che offre 750000 tipi di scarpe. Comprese le scarpe per vegetariani. Tutto questo ci fa sentire più autentici. Sapete, io lavoro per conde nast dove c’è anche vogue: il diavolo veste prada è stato un racconto del posto dove lavoro. La direttrice di vogue è sempre stata davvero in grado di dettare i colori che tutti avrebbero scelto diciotto mesi dopo. Ora tutto questo è in discussione. Tutti vogliono evitare di fare quello che fanno gli altri, ascoltare musica che gli altri non conoscono… E allora che fa vogue? Un milione di piccoli vogue di nicchia? No: un social network. Un digg per la moda. Su technorati o su google l’influenza dei media tradizionali con enorme fatturato è pari o inferiore a quella di certi blog. Conta la voce di tutti noi. Si può parlare. E ascoltare.