Da un articolo uscito su Nòva l’18 aprile 2021 e su 24+ intitolato: “L’Europa rinnova la regolamentazione dell’intelligenza artificiale” – L’automazione delle operazioni cognitive genera opportunità ma anche rischi. Le autorità europee intervengono per dare una direzione al progresso
Circola tra gli addetti ai lavori e i giornalisti una bozza della nuova regolamentazione che sta per essere proposta dalla Commissione europea in materia di intelligenza artificiale: si suppone sia piuttosto vicina al testo finale. Nelle sue 81 pagine richiama la storia delle decisioni europee in materia di intelligenza artificiale, stabilisce una strategia, prevede le nuove regole. E sembra destinata ad avere un impatto significativo sull’industria europea, ma anche su quelle degli altri continenti.
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Ma mentre incoraggia questo genere di sviluppi, la prossima regolamentazione propone di vietare l’applicazione dell’intelligenza artificiale senza supervisione in settori nei quali gli algoritmi rischiano di prendere decisioni dirette sulla vita degli umani. Sistemi di valutazione sociale del tipo di quelli che si stanno diffondendo in Cina che tracciano automaticamente i comportamenti delle persone per determinare la fiducia da accordare a persone e aziende sono considerati contrari ai principi europei e saranno bandite. La nuova legislazione vieta anche applicazioni dell’intelligenza artificiale che possano arrecare danno alle persone manipolandone il comportamento, approfittando delle loro vulnerabilità. E dovrebbe arrivare a vietare anche la sorveglianza di massa. Il riconoscimento facciale per le indagini della polizia, in certe circostanze, sarà ammesso. Infine, l’Europa tenterà di imporre correzioni sulle tecnologie che contengono pregiudizi: i sistemi automatici che privilegiano le persone in base al genere, all’etnia, all’abitazione o altre variabili simili non saranno lasciati senza controllo.
L’Europa sta costruendo il suo futuro tecnologico. Investendo su ciò che sa fare. E cercando di frenare le applicazioni che in altre culture con diverse priorità giuridiche si sviluppano generando conseguenze contrarie al modo di vivere e pensare europeo. In altre occasioni, come quando l’Europa ha imposto la riciclabilità dei materiali digitali, la grandezza del mercato europeo è riuscita a convincere i costruttori di altre regioni del pianeta ad adeguare i loro prodotti per renderli compatibili con le norme europee. Se riuscisse anche in questo caso, la funzione normativa dell’Europa potrebbe avere un impatto culturale e civile globale.