Provando il Kindle

Sono dieci anni che si parla di libri elettronici. Anni di
polemiche del tipo: «Ah, ma l’odore della carta…», «vuoi mettere la comodità
di portarti in vacanza cento libri al peso di uno?», «ma la leggibilità non
sarà mai la stessa…», «e poi come si eviterà la pirateria dei libri?», «andrà
bene per i testi da consultare, ma per i romanzi…». E via così. Discussioni accademiche.
Perché il fatto non succedeva mai: fino al Kindle.

Già. Se alcune centinaia di italiani hanno aperto
recentemente una scatola ricevuta da Amazon con un’emozione diversa da quella
che di solito provano ricevendo un libro ordinato qualche settimana prima, è
perché questa volta dentro sapevano di trovarci un Kindle. Le aspettative, in
effetti, sono molto alte. L’oggetto promette di cambiare molte cose. Ma quali
esattamente?

L’imballaggio è essenziale. Il Kindle appare subito. Ha un
minimo di batteria carica. Si accende senza leggere il minilibretto di istruzioni
allegato. E la sua caratteristica più importante balza agli occhi: si legge
meravigliosamente bene. Il suo inchiostro elettronico, una tecnologia vecchia
ma tutt’ora stupefacente, consente una lettura nitida, senza
retroilluminazione, che non stanca: tanto che, non avendo ancora scaricato
niente, vien voglia di consultare il dizionario di inglese precaricato come se
fosse una rilassante lettura serale. Ma poi, al più presto, si cerca di andare
alla sostanza del Kindle: il negozio online di Amazon, il luogo che tutti sono
abituati a pensare come il più rifornito del mondo dei libri.

Questo, in effetti, ha fatto la differenza strategica
all’inizio della vicenda del Kindle: non siamo in presenza dell’ennesimo
lettore per libri elettronici per il quale non si trova nulla da leggere.
Andando a verificare, però, il catalogo dei libri in formato Kindle è meno
fornito di quanto si desidererebbe. Non solo perché, per ora, i libri sono in
inglese. Ma anche perché non ci sono tutte le novità editoriali, anzi ne mancano
parecchie. Il prezzo dei libri, generalmente fissato da Amazon a 9,99 dollari,
che in Europa sale per i libri appena usciti a 11,99 o 13,99 dollari, resta
conveniente, per i consumatori, ma evidentemente non è ancora riuscito a
invogliare gli editori a concedere presto la versione Kindle. Dicono
ad Amazon che il prezzo è maggiore in Europa a causa dell’iva e di problemi
operativi non meglio specificati.

Chi abbia i suoi documenti – libri compresi – sul computer e
li voglia passare sul Kindle può farlo: se sono in formato "solo
testo", o se sono Mobipocket senza protezione, Audible o mp3, si possono
copiare direttamente dal pc usando il cavo Usb; se sono in un formato diverso
li può caricare inviandoli a uno speciale indirizzo di posta elettronica di
Amazon che li restituisce convertiti nel formato giusto. Sul Kindle, inoltre,
si prendono appunti (con una tastiera piuttosto faticosa) e si registrano
facilmente citazioni che poi si possono passare sul pc. Inoltre, sui libri si
possono fare ricerche per parole. Insomma, la lettura è attiva, come ci si
aspetta da un oggetto digitale.

Gli editori di giornali hanno preso il Kindle sul serio,
soprattutto perché garantisce un modello di business. Il Kindle consente di
ricevere il giornale la mattina appena sfornato dalla redazione, pagando la
singola copia o con un un abbonamento mensile. Un abbonamento che può apparire
abbastanza oneroso e il cui prezzo è stabilito da Amazon: in molti casi costa
più o meno come l’abbonamento a un bouquet di programmi per la tv satellitare.
Quanto all’impaginazione… può migliorare: i giornali si leggono sul Kindle un
po’ come fossero libri, senza la visione panoramica della pagina cartacea e
senza neppure la visione sintetica di una pagina web. Si possono sfogliare
articolo per articolo, come fossero le pagine e i capitoli di un libro, oppure
si può andare all’elenco dei titoli di ciascuna sezione. Non è un effetto del
tutto negativo: senza colori, senza impaginazione, i giornali sembrano seri
come i libri, ma anche lenti come i libri.

Sta di fatto che la connessione perenne del Kindle – ad
Amazon non confermano che per l’Italia sia offerta da Vodafone – lo rende un
oggetto adattissimo agli acquisti d’impulso, ma dovrebbe capitalizzare di più
su questa caratteristica offrendo l’accesso a un catalogo molto completo di
libri e giornali: per molte persone è frustrante avere l’impulso di un acquisto
e non poterlo soddisfare.

Insomma. Il Kindle è uno strumento intrigante. Fa
venir voglia di leggere. È un buon inizio. Forse qualcosa di più.

  • Tommaso |

    sono pefettamente daccordo, il kindle è solo l’inizio. I grandi vantaggi che offre io li vedo sostanzialmente nel fatto che offre una piattaforma di micropagamenti semplice e rapida e che è uno strumento in definitiva proprietario, quindi “controllabile”.
    la mia opinione (mi rendo conto che nessuno l’ha chiesta… ma internet è così) è che proprio dai dispositivi mobile arriverà la vera rivoluzione dell’editoria, il web 1 o 2.0 insomma, è solo un passaggio verso una formula più stabile e, credo (darammaticamente) controllata.
    Tra i vantaggi però, per dirla con le parole dell’autore del blog, “i giornali non sono mai stati così letti” e in generale non si produce tanto testo da… mai. Speriamo solo che adesso qualcuno si schiarisca le idee su come monetizzare in maniera intelligente!

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