I luoghi del declino, oggi, sono i luoghi della conflittualità paralizzante: i luoghi del futuro sono quelli nei quali la società trova un consenso intorno al suo progetto, per costruire i distretti della conoscenza, della ricerca, della creatività, con il compito di valorizzare le competenze locali. L’innovazione del distretto ha successo quando deriva dall’incontro armonico delle imprese che investono, delle università che fanno ricerca, delle amministrazioni pubbliche che fanno integrazione di sistema: il che avviene nelle società che comprendono le priorità della cultura, della connettività e della sostenibilità. Sono i capisaldi del programma recentemente proposto da Jacques Attali per la Francia. Ma sono i capitoli dei progetti emergenti in diversi territori italiani: dalla provincia di Trento alla Sardegna, da Torino al Friuli Venezia Giulia, si vedono società in grado di sostenere, pur tra mille difficoltà, veri e propri ecosistemi dell’innovazione. E non è un caso che proprio in questi territori, i risultati siano già ben visibili, in termini di scoperte scientifiche, nuove vocazioni produttive, crescita del valore aggiunto, nuove imprese. La sfida è culturale: sviluppo oggi significa saper vedere come si tramutano i problemi ambientali, sociali, industriali, in opportunità.
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