Opportunitablet

Nella metropolitana di New York stupiscono per quanto sono già
numerosi. All'aeroporto di Parigi erano invece ancora
circondati da una scia di rarità desiderata. Lo possedeva solo chi era
entrato in un negozio americano. O i tantissimi che avevano convinto un
amico viaggiatore a fare quella commissione. Ma ormai, anche fuori
dagli Stati Uniti, per chi lo ha prenotato sull'onda dell'entusiasmo,
finisce l'attesa e comincia il surf sulla tavoletta con la Mela.

I dati parlano chiaro: la domanda di iPad supera di molto l'offerta,
anche se fino al 28 gennaio scorso nessuno sapeva di aver bisogno di un
iPad. Negli Stati Uniti le vendite settimanali di tablet Apple hanno
superato quelle dei Macintosh e almeno 1,8 milioni di persone ci leggono
da tempo libri e giornali, ci giocano o ci guardano i video. Le
prenotazioni in Australia, Giappone e Canada hanno superato le 400mila.
In Europa sono più di 600mila. E gli italiani si dimostrano
superinteressati: lo hanno ordinato in 125mila.

Perché? Che cos'è mai questo iPad? Steve Jobs, presentandolo, aveva
instillato la sua visione dicendo, come il poeta, quello che non è: non è
un computer e non è un telefonino. È l'erede di una lunga serie di
tentativi di trovare un oggetto che serva a fruire nel modo migliore
possibile delle informazioni e delle conoscenze offerte dal web,
dall'editoria digitale, dalla neotelevisione della rete. I suoi
antenati sono il Newton, il Palm, l'ebook. Tutti oggetti che avevano
aperto strade in territori ancora immaturi o incompleti. Oggi,
evidentemente, un intero ecosistema innovativo sembrava chiedere
all'iPad di esistere.

Se agli italiani sembra piacere tanto evidentemente c'è una ragione.

L'Italia non è un granché nelle classifiche dell'uso dei computer. Ma è fortissima nelle classifiche dei telefonini. L'iPad, oggetto a metà tra i primi e i secondi, viene probabilmente visto dagli italiani più come telefonino che come computer. Più come un piacere che come un dovere.

Ma se davvero si diffonderà, non sarà senza conseguenze. La diffusione di cellulari in Italia è stata comunque uno stimolo per la nascita di aziende capaci di stare sul mercato internazionale come Buongiorno e Dada. E probabilmente ha un po' aiutato anche la crescita dell'eccellenza italiana delle tecnologie: la Stm.

La – a quanto pare probabile – forte diffusione di tavolette, Apple e non, potrebbe favorire lo sviluppo di un nuovo mercato. Orientato alla produzione di storie e informazioni, divertimento e conoscenza, testo e video… Magari capace di tentare la via dell'internazionalizzazione. E' un'occasione per gli editori tradizionali. E per le start up. Vedremo…

update: a giudicare dai dati forniti da John Paczkowski le consegne di iPad in Italia potrebbero essere significativamente più bassa della domanda…